Nelle campagne di Cerignola si respira una nuova aria.
Città storicamente attiva nelle lotte contadine che hanno conosciuto l’apice con l’opera di Di Vittorio, oggi Cerignola si contraddistingue nella provincia di Foggia per una nuova ventata di impegno e di riscatto sociale: è l’unica città della Capitanata in cui cooperative di ragazze e ragazzi lavorano sui terreni confiscati alle mafie.
In contrada Scarafone, poco fuori città, sorge Terra Aut, bene confiscato al killer della criminalità cerignolana durante la maxi operazione Cartagine e dal 2011 affidato alla Cooperativa Sociale Altereco.
Nell’ambito del progetto Cambio VitE, da poco più di un mese mi occupo della comunicazione e della creazione di una rete sociale ed economica che possa sostenere e affiancare il lavoro della cooperativa sia sul piano agricolo. Reputiamo, infatti, fondamentale coinvolgere la comunità locale nel lavoro in questi campi i cui prodotti fino a qualche anno fa arricchivano mani criminali e non la collettività.
Proprio questa convinzione è alla base del lavoro di Altereco.
C’è un motto che è come un faro per il lavoro di Vincenzo e Dora, tra i fondatori e veri motori della cooperativa: “Un bene confiscato alle mafie è un bene restituito alla collettività”.
Per questo domenica 14 giugno Terra Aut è divenuto “open space”, uno spazio di aggregazione per la comunità, una finestra aperta sul lavoro della cooperativa finora poco pubblicizzato anche a causa delle scarse energie dedicate alla comunicazione.
Con la “scusa” della raccolta delle ciliegie, Terra Aut ha aperto i propri cancelli ad un’ondata di curiosi che, affiancati agli amici che da sempre sostengono l’operato della cooperativa, hanno dato vita ad una giornata di festa e di colori.
Così, sotto l’ombra del grande albero al centro della zona pic-nic, sono stati allestiti il banchetto di Libera contro le mafie, il laboratorio di ceramica Arteartì curato dalle ragazze del progetto Verderamina anch’esso finanziato dalla Regione Puglia tramite Principi Attivi, dai laboratori artistici per bambini di Anna Pia e Maria Luisa, educatrici interne alla Cooperativa, e dai giochi di strada diretti da Dora. Anche una stanza del casolare, per ora inutilizzabile a causa dei danni provocati dopo la confisca, è stata risistemata con fatica e adibita a sala proiezioni, con filmati e foto che illustravano la storia del bene.
Dall’altro lato Vincenzo e Giuseppe accompagnavano gli ospiti tra i ciliegi per assaggiare i nuovi frutti del loro lavoro, che da qualche giorno sono in vendita presso “La bottega della frutta” in via Modena a Cerignola grazie all’accordo trovato con Michele, il titolare, che ha accettato la sfida di affiancare alla vendita del prodotto la sensibilizzazione della clientela sul tema dei beni confiscati.
Il risultato a livello mediatico è stato raggiunto con picchi di visualizzazioni altissimi sui social, articoli sui maggiori mezzi d’informazione locale e, per la prima volta, televisioni come Rai 3 e Telenorba hanno realizzato dei servizi e raccontato l’impegno di Altereco, accendendo un faro su questo lembo di terra fino a qualche anno fa sotterrato dai rifiuti e dal degrado.
Ora l’impegno deve concentrarsi sulla programmazione delle colture e sulla raccolta fondi, affinché la cooperativa possa rinnovare le coltivazioni e, magari, ristrutturare il casale e renderlo agibile per realizzare il sogno di Dora: una masseria didattica in cui le due anime della cooperativa, quella socio-educativa e quella agricola, possano fondersi.
Testo di Salvatori Spinelli.
Photo credits: Simona Battarino