Le produzioni nazionali e regionali della pesca, negli ultimi 30 anni, sono diminuite anche a causa del sovrasfruttamento delle risorse ittiche. Tale situazione ha richiesto l’adozione di particolari politiche di gestione (es. Piano di gestione GSA 19 Mar Ionio) per la riduzione della capacità di pesca (es.: attraverso il disarmo del 10% della flotta). In questo quadro globale il settore dell’acquacoltura ha assunto un ruolo strategico, con produzioni in netto aumento nel periodo 1984-2009 (Lembo, 2011). Le imprese di acquacoltura pugliesi sono prevalentemente delle PMI, con le seguenti criticità:
1. gestione familiare dell’attività d’impresa e scarsa propensione all’assunzione di personale esterno;
2. scarsa capacità d’investimento in innovazione (solo lo 0,1% del PIL);
3. scarsa sostenibilità ambientale della produzione.
Nell’ambito della Blue Economy, della Nuova P.C.P. e del Regolamento Europeo n. 508/2014 sul FEAMP, il Progetto SEA vuole contribuire a:
1. diversificare i prodotti attraverso la coltivazione di alghe (Ulva spp. e Padina pavonica((L.) Thivy, 1960));
2. incrementare il reddito e l’occupazione dell’impresa;
3. migliorare la qualità ambientale del corpo idrico per l’allevamento (Dir. CE/56/2008).
La coltivazione delle alghe avverrà con tecnologie a basso costo, a basso impatto ambientale e secondo le migliori tecniche disponibili a livello internazionale.