Il 70% delle diagnosi mediche dipende da esami di laboratorio, tuttavia percentuali rilevanti di richieste (40% e oltre) riguardano esami i cui risultati sono già disponibili, o si riferiscono a richieste illegittime in senso clinico o amministrativo.
In tale contesto i laboratori di patologia clinica delle ASL permettono potenziali ingenti risparmi se dotati di sistemi per la valutazione dell’appropriatezza delle richieste di test diagnostici. A titolo di esempio, l’unità di patologia clinica del principale ospedale che serve la provincia di Lecce genera costi per circa 3 milioni di €/anno (reagenti, materiale di consumo, manutenzione macchinari…). Una simulazione retrospettiva condotta presso tale unità (progetto Prometeo) ha evidenziato risparmi potenziali diretti stimabili in circa 600.000 €/anno.
In questo senso, la necessità di ridurre i costi in sanità aumentando al tempo stesso la qualità e la sicurezza dei servizi resi colloca le pratiche di appropriatezza clinica al centro delle politiche sanitarie.
I suddetti risparmi, però, dipendono in gran parte dal grado d’informatizzazione dell’area sanitaria e d’integrazione fra i sistemi informatici coinvolti.
Obiettivo della proposta è dunque la realizzazione di un sistema automatizzato, basato su Open Data e Open Software, per verificare l’appropriatezza delle richieste di prestazioni di laboratorio, aumentando il livello di consapevolezza sugli esami degli operatori e garantendo un miglior livello di servizio agli utenti.