Le minori produzioni ittiche nazionali (da cattura) del decennio 2002-2012 hanno determinato l’adozione di alcune politiche di gestione (es. Piani di gestione della pesca) per ridurre lo sforzo di cattura. In questo quadro globale, il settore dell’acquacoltura ha assunto un ruolo strategico, con produzioni giunte al 49,6% del totale nel 2012 e costituite principalmente dalle vongole e dai mitili (ISMEA, Check Up ittico – 2013).
In linea con il quadro nazionale descritto, le imprese di acquacoltura pugliesi sono prevalentemente delle PMI, con le seguenti criticità:
1. gestione familiare dell’attività d’impresa;
2. scarsa capacità d’investimento in innovazione (solo lo 0,1% del PIL – dati ISTAT);
3. scarsa sostenibilità ambientale della produzione.
Nell’ambito della Nuova Politica Comune della Pesca, del Regolamento Europeo n. 508/2014 sul FEAMP e della COM (2014) 254/2 sulla Blue Economy, il Progetto SME vuole contribuire:
1. alla diversificazione dei prodotti attraverso la captazione naturale in mare del “seme” (individui giovanili) di specie pregiate per l’acquacoltura (es.: ostriche, canestrelli, cappesante, mussoli, etc.);
2. all’aumento del reddito e dell’occupazione dell’impresa.
La produzione del seme di specie pregiate di molluschi avverrà con tecnologie a basso costo, a basso impatto ambientale e secondo le migliori tecniche disponibili a livello internazionale.